Come e Perche' funziona il cloro nell'acqua
Come e Perche' funziona il cloro nell'acqua per la disinfezione di virus e batteri e funzione aggiuntiva di lampada ultravioletti
Come e Perche' funziona il cloro
Una Spiegazione semplice di come funziona la disinfezione del cloro nell’acqua, puo’ essere rappresentata con quando ci e’ capitato di dover smacchiare le mani da qualcosa che si e’ attaccato sulla pelle ed abbiamo usato il sistema piu’ semplice ed efficace ma molto energico dell’ impiego di candeggina ( composto a base di cloro ) , concentrato ad un punto tale che, non solo toglie i residui delle macchie attaccate alla pelle, ma corrode anche la pelle stessa , quindi aggredendo e distruggendo le cellule della stessa, infatti siamo subito costretti a diluire il prodotto oppure a sciacquare subito le mani , per evitare che esso arrivi fino alla carne viva. Il Cloro quindi nello stesso modo aggredisce le pareti cellulari dei batteri ,dei virus o delle alghe distruggendoli . E’ ovvio pero’ che per espletare questa azione il cloro ha bisogno di essere ben mescolato e avere un po’ di tempo per reagire e contemporaneamente bisogna immettere una quantita’ tale che eventuali residui poi non vadano ad influire sulla possibilita’ dell’impiego umano. Una volta iniettato il cloro nella tubazione bisogna creare una cosiddetta “Vasca di Contatto” di capacita’ tale per dare il tempo allo stesso di essere miscelato uniformemente e reagire con metalli e patogeni. Una prima parte del cloro va’ gia’ via per evaporazione che per legami chimici con Sali Minerali naturalmente presenti gia’ nelle acque mentre grossa parte del rimanente viene Filtrata e Inattivata (per maggiori dettagli contattarci al sito: www.irrifarma.it ). Siccome comunque il cloro non puo’ essere iniettato a dosi massive, esiste quindi il rischio che qualche batterio possa passare senza essere danneggiato e’ buona norma impiegare un ulteriore sterilizzazione tramite un sistema diverso semplice ed economico che e’ una Lampada ad ultravioletti di adeguata portata ai litri consumati nell’unita’ di tempo !!! Normalmente con l’impiego di questi 2 sistemi di sterilizzazione e altri accorgimenti , anche un acqua di pozzo con grandi problematiche di batteri o di altri inquinamenti puo’ essere utilizzata per uso umano.
(Attenzione però che queste indicazioni generali non sono la soluzione per ogni tipo di acqua ma si evidenzia che bisogna interpellare un tecnico qualificato facendo prima una buona analisi dell'acqua del pozzo per capirne esattamente il tipo di inquinamento e studiarne la soluzione su misura volta per volta per togliere questo o quel metallo pesante o quel tipo di inquinamento batterico o entrambi, ed inoltre bisogna capire il consumo massimo giornaliero che è variabilissimo in base all'utenza e alla destinazione d'uso)
Consigliamo sempre di non esitare a contattarci gratuitamente alla nostra e-mail info@irrifarma.it , oppure chiamarci in negozio al numero 081 18375920 disponibile anche un numero di WhatsApp 3519282693 saremo felici di aiutarvi.
Potete anche consultare la nostra sezione Depurazione sul nostro store ufficiale
il successivo articolo e' stato pubblicato da una buonissima pagina del sito www.gruppocap.it e descrive piu' tecnicamente ma in modo semplice la storia e le funzioni del cloro nell'acqua potabile richiamando anche alcuni parametri massimi ammissibili:
Tutto ciò che devi sapere sul cloro nell'acqua potabile
Il cloro disciolto nell’acqua può causare un odore che può essere sgradevole e a volte molto forte e pungente, come ad esempio nel caso delle piscine. Questo odore è dovuto alla trasformazione del cloro in ipoclorito di sodio, una sostanza dal grande potere disinfettante, presente anche nella comune Amuchina. Anche il gusto ne risente, ma bisogna ricordare che il cloro è uno degli agenti chimici migliori per la disinfezione dell'acqua potabile e quindi anche per garantire un’acqua sempre più sicura. A cosa serve quindi il cloro nell’acqua? Cosa comporta per la nostra salute? In questo articolo risponderemo a queste domande e ad altri dubbi che riguardano la presenza del cloro nell’acqua.
Cloro nell'acqua: la storia della clorazione
L’introduzione del cloro per la potabilizzazione delle acque rappresentò agli inizi del ‘900 un importante passo avanti nella soluzione del problema dell’approvvigionamento idrico e della qualità dell’acqua, aiutando a sconfiggere malattie batteriche e virali come il colera, il tifo e la dissenteria. Il cloro diventò così il disinfettante per l’acqua potabile più comune e prevenire la trasmissione di malattie attraverso la pelle o l’ingestione. Una scoperta che ai tempi rivoluzionò anche la vita delle persone, che finalmente poterono contare su un’acqua sicura e più facilmente disponibile. La disinfezione per clorazione dell’acqua ancora oggi è uno dei metodi utilizzati nel processo di potabilizzazione e nelle piscine. Col tempo però divenne evidente come le concentrazioni dei cloruri nell'acqua dovevano essere controllate, per non condizionare negativamente la salute della popolazione e quindi vennero stabiliti limiti e quantitativi consigliati. L’attuale legge italiana (Decreto Legislativo 31/2001), creata sulle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, contiene anche valori parametro per il cloro. Nello specifico i valori stabiliscono i limiti delle concentrazioni di cloro e di alcuni suoi derivati considerate entro livelli sicuri per l’uomo e che quindi fanno da riferimento per il controllo delle analisi e delle caratteristiche dell’acqua potabile.
Il cloro nell'acqua e il suo impatto sulla salute dell'uomo
Il cloro è uno dei disinfettanti a spettro più ampio contro gli inquinanti microbiologici. I parametri di legge prevedono infatti la totale assenza di microrganismi dannosi per l’uomo nell’acqua potabile, in particolare Enterococchi, Escherichia coli e la Legionella. Il cloro è considerato uno dei migliori prodotti per la disinfezione proprio perché è attivo sia contro questi batteri che contro spore e virus. Anche se molto spesso l’acqua di falda non necessita di questo tipo di interventi, poiché è microbiologicamente pura grazie alla sua origine sotterranea, la clorazione viene comunque usata in casi particolari o dopo gli interventi di manutenzione sulla rete idrica per evitare contaminazioni. Il cloro presenta però, come molte sostanze utili, anche delle controindicazioni, se utilizzato in eccesso. Questo ha spinto l’OMS ad analizzare le conseguenze a lungo termine della presenza del cloro nell’acqua sulla salute dell’uomo e a definire poi dei valori parametri di sicurezza per l’acqua potabile. Fondamentalmente la clorazione non è di per sé nociva per la nostra salute, anche perché, facendo decantare l’acqua del rubinetto per un po’ il cloro evapora completamente. Il problema più rilevante per la nostra salute è invece rappresentato dai suoi sottoprodotti, in particolare i trialometani e altri derivati organici del cloro, che potrebbero essere collegati allo sviluppo di alcune problematiche quando l’assunzione elevata è prolungata nel tempo. Paradossalmente, ha più controindicazioni il cloro delle piscine, dove l’acqua non viene bevuta. Nelle piscine, infatti, per evitare il fenomeno dell'acqua verde, aggiungere semplicemente cloro non è sufficiente. A causa della temperatura più elevata il cloro tende ad evaporare più facilmente e questo, oltre alle quantità sensibilmente più alte, può irritare le mucose o la pelle e creare problemi di irritazione in alcuni soggetti più sensibili. I nuotatori, in particolare, sono il gruppo più esposto a problematiche delle mucose e del sistema respiratorio dovute all’esposizione al cloro.
Il cloro ci vuole
La clorazione rimane comunque uno dei metodi migliori per disinfettare l’acqua perché, in una valutazione tra rischio e beneficio per la salute dell’uomo, l’esposizione ai microrganismi rappresenta una criticità molto più seria rispetto alla presenza di cloro e derivati nell’acqua. In ogni caso nel tempo si sono individuati alcuni metodi alternativi di disinfezione, come l’ozonizzazione, le membrane filtranti e la tecnologia a radiazioni UV, meno “invasive”. Tali metodi spesso accompagnano la clorazione per rendere l’acqua potabile, anche perché presentano il vantaggio di non alterare significativamente sapore e odore. Con la radiazione UV le caratteristiche organolettiche rimangono addirittura invariate. Il cloro però rimane il nostro più potente alleato per un’acqua sempre potabile e sicura al 100%. Per rendere più efficiente la clorazione, e quindi ridurne le quantità, sono state analizzate le condizioni di pH e temperatura per una disinfezione ottimale e per poter garantire il contatto con il cloro per i 30 minuti necessari a renderlo efficace. Sono state quindi stabilite delle procedure standard di clorazione per mantenere i valori di cloro e derivati entro i limiti sicurezza, eliminare i microorganismi e contemporaneamente non modificare eccessivamente il sapore dell’acqua. In ogni caso bisogna sottolineare che il metodo di disinfezione durante la potabilizzazione dipende anche dalle caratteristiche di origine dell’acqua: di falda, di sorgente, superficiale o addirittura marina, che possono condizionare la scelta tra i vari metodi di cui abbiamo parlato. Ad esempio le acque di falda profonde, come quelle captate nel territorio metropolitano di Milano, sono pure e prive di inquinanti microbiologici per cui non hanno bisogno di disinfezione. La clorazione però è necessaria quando si fanno attività di manutenzione dell’acquedotto per disinfettare le tubature dopo gli interventi. È il caso specifico della sporadica presenza di cloro nell’acqua fornita da Gruppo CAP. In tali casi basta far scorrere l’acqua del rubinetto per alcuni minuti e il sapore sgradevole svanirà. Il monitoraggio e l’analisi continua della composizione dell’acqua potabile assicura valori medi molto al di sotto dei valori di sicurezza, evidenziando o meno ogni minima presenza di cloro nell’acqua per una tutela massima della salute del cittadino. Abbiamo quindi visto insieme che il cloro nell’acqua è un parametro monitorato secondo valori ben al di sotto della soglia di sicurezza per garantire un’acqua potabile di qualità e sana. In aggiunta, Gruppo CAP predilige l’ozonizzazione e la tecnologia a radiazioni UV e sporadicamente la clorazione in caso di manutenzione delle tubature. Un’ulteriore garanzia per l’acqua potabile che esce dal tuo rubinetto e che generalmente è già pura essendo captata da falde sotterranee in profondità.
Tutto ciò che devi sapere sul cloro nell'acqua potabile
Il cloro disciolto nell’acqua può causare un odore che può essere sgradevole e a volte molto forte e pungente, come ad esempio nel caso delle piscine. Questo odore è dovuto alla trasformazione del cloro in ipoclorito di sodio, una sostanza dal grande potere disinfettante, presente anche nella comune Amuchina. Anche il gusto ne risente, ma bisogna ricordare che il cloro è uno degli agenti chimici migliori per la disinfezione dell'acqua potabile e quindi anche per garantire un’acqua sempre più sicura. A cosa serve quindi il cloro nell’acqua? Cosa comporta per la nostra salute? In questo articolo risponderemo a queste domande e ad altri dubbi che riguardano la presenza del cloro nell’acqua.
Cloro nell'acqua: la storia della clorazione
L’introduzione del cloro per la potabilizzazione delle acque rappresentò agli inizi del ‘900 un importante passo avanti nella soluzione del problema dell’approvvigionamento idrico e della qualità dell’acqua, aiutando a sconfiggere malattie batteriche e virali come il colera, il tifo e la dissenteria. Il cloro diventò così il disinfettante per l’acqua potabile più comune e prevenire la trasmissione di malattie attraverso la pelle o l’ingestione. Una scoperta che ai tempi rivoluzionò anche la vita delle persone, che finalmente poterono contare su un’acqua sicura e più facilmente disponibile. La disinfezione per clorazione dell’acqua ancora oggi è uno dei metodi utilizzati nel processo di potabilizzazione e nelle piscine. Col tempo però divenne evidente come le concentrazioni dei cloruri nell'acqua dovevano essere controllate, per non condizionare negativamente la salute della popolazione e quindi vennero stabiliti limiti e quantitativi consigliati. L’attuale legge italiana (Decreto Legislativo 31/2001), creata sulle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, contiene anche valori parametro per il cloro. Nello specifico i valori stabiliscono i limiti delle concentrazioni di cloro e di alcuni suoi derivati considerate entro livelli sicuri per l’uomo e che quindi fanno da riferimento per il controllo delle analisi e delle caratteristiche dell’acqua potabile.
Il cloro nell'acqua e il suo impatto sulla salute dell'uomo
Il cloro è uno dei disinfettanti a spettro più ampio contro gli inquinanti microbiologici. I parametri di legge prevedono infatti la totale assenza di microrganismi dannosi per l’uomo nell’acqua potabile, in particolare Enterococchi, Escherichia coli e la Legionella. Il cloro è considerato uno dei migliori prodotti per la disinfezione proprio perché è attivo sia contro questi batteri che contro spore e virus. Anche se molto spesso l’acqua di falda non necessita di questo tipo di interventi, poiché è microbiologicamente pura grazie alla sua origine sotterranea, la clorazione viene comunque usata in casi particolari o dopo gli interventi di manutenzione sulla rete idrica per evitare contaminazioni. Il cloro presenta però, come molte sostanze utili, anche delle controindicazioni, se utilizzato in eccesso. Questo ha spinto l’OMS ad analizzare le conseguenze a lungo termine della presenza del cloro nell’acqua sulla salute dell’uomo e a definire poi dei valori parametri di sicurezza per l’acqua potabile. Fondamentalmente la clorazione non è di per sé nociva per la nostra salute, anche perché, facendo decantare l’acqua del rubinetto per un po’ il cloro evapora completamente. Il problema più rilevante per la nostra salute è invece rappresentato dai suoi sottoprodotti, in particolare i trialometani e altri derivati organici del cloro, che potrebbero essere collegati allo sviluppo di alcune problematiche quando l’assunzione elevata è prolungata nel tempo. Paradossalmente, ha più controindicazioni il cloro delle piscine, dove l’acqua non viene bevuta. Nelle piscine, infatti, per evitare il fenomeno dell'acqua verde, aggiungere semplicemente cloro non è sufficiente. A causa della temperatura più elevata il cloro tende ad evaporare più facilmente e questo, oltre alle quantità sensibilmente più alte, può irritare le mucose o la pelle e creare problemi di irritazione in alcuni soggetti più sensibili. I nuotatori, in particolare, sono il gruppo più esposto a problematiche delle mucose e del sistema respiratorio dovute all’esposizione al cloro.
Il cloro ci vuole
La clorazione rimane comunque uno dei metodi migliori per disinfettare l’acqua perché, in una valutazione tra rischio e beneficio per la salute dell’uomo, l’esposizione ai microrganismi rappresenta una criticità molto più seria rispetto alla presenza di cloro e derivati nell’acqua. In ogni caso nel tempo si sono individuati alcuni metodi alternativi di disinfezione, come l’ozonizzazione, le membrane filtranti e la tecnologia a radiazioni UV, meno “invasive”. Tali metodi spesso accompagnano la clorazione per rendere l’acqua potabile, anche perché presentano il vantaggio di non alterare significativamente sapore e odore. Con la radiazione UV le caratteristiche organolettiche rimangono addirittura invariate. Il cloro però rimane il nostro più potente alleato per un’acqua sempre potabile e sicura al 100%. Per rendere più efficiente la clorazione, e quindi ridurne le quantità, sono state analizzate le condizioni di pH e temperatura per una disinfezione ottimale e per poter garantire il contatto con il cloro per i 30 minuti necessari a renderlo efficace. Sono state quindi stabilite delle procedure standard di clorazione per mantenere i valori di cloro e derivati entro i limiti sicurezza, eliminare i microorganismi e contemporaneamente non modificare eccessivamente il sapore dell’acqua. In ogni caso bisogna sottolineare che il metodo di disinfezione durante la potabilizzazione dipende anche dalle caratteristiche di origine dell’acqua: di falda, di sorgente, superficiale o addirittura marina, che possono condizionare la scelta tra i vari metodi di cui abbiamo parlato. Ad esempio le acque di falda profonde, come quelle captate nel territorio metropolitano di Milano, sono pure e prive di inquinanti microbiologici per cui non hanno bisogno di disinfezione. La clorazione però è necessaria quando si fanno attività di manutenzione dell’acquedotto per disinfettare le tubature dopo gli interventi. È il caso specifico della sporadica presenza di cloro nell’acqua fornita da Gruppo CAP. In tali casi basta far scorrere l’acqua del rubinetto per alcuni minuti e il sapore sgradevole svanirà. Il monitoraggio e l’analisi continua della composizione dell’acqua potabile assicura valori medi molto al di sotto dei valori di sicurezza, evidenziando o meno ogni minima presenza di cloro nell’acqua per una tutela massima della salute del cittadino. Abbiamo quindi visto insieme che il cloro nell’acqua è un parametro monitorato secondo valori ben al di sotto della soglia di sicurezza per garantire un’acqua potabile di qualità e sana. In aggiunta, Gruppo CAP predilige l’ozonizzazione e la tecnologia a radiazioni UV e sporadicamente la clorazione in caso di manutenzione delle tubature. Un’ulteriore garanzia per l’acqua potabile che esce dal tuo rubinetto e che generalmente è già pura essendo captata da falde sotterranee in profondità.